Con il termine "Camera Ball" (o "Payload Ball"), si vuole indicare un pallone aerostatico di forma sferica di diametro tale da sviluppare una spinta idrostatica adatta al sollevamento di un determinato carico. Il Camera Ball è quindi un pallone sferico, realizzato in vari materiali che possono essere il poliuretano (PU), il polivinilcloruro (PVC), oppure nel caso di palloni doppio involucro, questi due materiali rivestiti con un tessuto di nylon o poliestere. Il particolare che distingue un semplice pallone sferico da un Camera Ball è il sistema di fissaggio delle apparecchiature video/fotografiche nella parte inferiore del pallone. Per il Camera Ball sono possibili multi agganci, normalmente sono quattro disposti a croce. Di norma un Camera Ball ha tre funi di ancoraggio con tre moschettoni scorrevoli. Le tre funi di ancoraggio una volta disposte a 120° l'una dall'altra permettono di stabilizzare il pallone in quota. Questi palloni sono dei formidabili sollevatori di carichi, ma non sempre sono preferiti e scelti per le applicazioni video/fotografiche. Un Camera Ball è una delle migliori soluzioni per operare in contesti critici (rif. Regolamento E.N.A.C. sui droni) dove gli ormai tanto discussi droni non trovano possibilità di impiego. Un Camera Ball è uno strumento totalmente inoffensivo, più leggero dell'aria (Lighter Than Air), ha una superficie morbida ed è molto lento nel controllo in volo. Il fatto che è frenato da una o più funi rende le operazioni molto sicure e semplici da svolgere. Nonostante un Camera Ball possa essere sostanzialmente una semplice sfera aerostatica con degli agganci particolari, TecnoFly2008 Srl ha ricercato negli anni le migliori soluzioni sul mercato europeo ed americano ed ha contribuito attivamente al perfezionamento dei Camera Ball relazionandosi direttamente con gli installatori e condividendone le esperienze dirette sul luogo del volo. Nel dettaglio, Marco Forcella, titolare della TecnoFly2008 Srl, ha partecipato attivamente a lavori in contesti archeologici, dove spesso sono impiegati palloni aerostatici per il sollevamento di macchine fotografiche, ed è proprio per questi siti archeologici che Marco ha perfezionato la tecnica di costruzione dei palloni. L'esperienza teorica accompagnata da una pratica svoltasi direttamente sul luogo operativo, è il massimo per raggiungere quella conoscenza idonea a realizzare un buon pallone da sollevamento.
Facciamo un esempio pratico, sul campo di ripresa come potrebbe essere un sito archeologico, i fattori predominanti che determinano la riuscita del lavoro sono due: la versatilità dell'attrezzatura che si vuole impiegare e la praticità nello svolgere il lavoro. Un Camera Ball è un aerostato realizzato rigorosamente in poliuretano di spessore minimo 100 micron, cioè 0,1 mm, sufficientemente resistente, di elevata elasticità, un fattore molto importante sui siti archeologici dove la temperatura dell'aria spesso è elevata, facilmente riparabile anche con sistemi "spartani" ed improvvisati ed in primis leggero. Un Camera Ball è più leggero di un normale pallone, poiché è realizzato in poliuretano. Certo, è vero che il poliuretano è un materiale più costoso rispetto al comune polivinilcloruro (PVC), ma il poliuretano vanta indiscutibili vantaggi di leggerezza, alta capacità di trattenimento del gas elio ed elevata elasticità. Per quest'ultimo fattore,vogliamo sottolineare che un pallone aerostatico gonfiato ad elio è soggetto per effetto della temperatura esterna ad una dilatazione termica non indifferente. Gonfiare un pallone la mattina presto e mantenerlo gonfio fino alle ore più calde della giornata implica un'espansione evidente del gas elio e quindi una dilatazione del poliuretano. Quindi per un pallone aerostatico la capacità di dilatazione è fondamentale.
La differenza sostanziale tra i due validissimi aerostati è ovviamente la forma ma anche la stabilità in volo, nonché le superfici rigide che sono presenti nei Camera Blimp. I Camera Blimp infatti avendo concentrato la massima spinta idrostatica a circa due terzi della fusoliera, partendo dalla prua, devono necessariamente contrastare l'eventuale momento rotazionale sull'asse "Z" (azimut) con gli appositi stabilizzatori di coda, ossia le quattro pinne, i quali pur essendo leggeri restano comunque rigidi anche durante il trasporto. Per il trasporto o lo stoccaggio di un Camera Blimp quindi è necessario un involucro di cartone rigido grande almeno quanto le code. Nel caso di un Camera Ball invece la scatola di cratone rigido non è necessaria, dato che da sgonfio il pallone si ripiega in una piccolissima sacca di trasporto. Questo fattore ha la sua importanza in archeologia, infatti spesso gli archeologi, dovendo raggiungere dei siti in aeroplano, preferiscono portare il minimo indispensabile e attrezzature che siano il meno ingombranti possibile. Un Camera Ball di dimensioni medie (200-250 cm di diametro) entra in uno zaino a mano, quindi è versatilissimo nel trasporto in aereo senza incombere in costi aggiuntivi. In definitiva il Camera Ball è più pratico del Camera Blimp. Inoltre una sfera è molto semplice da gonfiare, non occorrono tutte le attenzioni che invece sono necessarie per un Blimp, essendo quest'ultimo di dimensioni notevolmente più grandi a parità di volume. Occorre tuttavia ricordare che una sfera tende a ruotare una volta alzata in volo, quindi per annullare il momento di rotazione del globo occorre servirsi di un secondo o di un terzo cordino, una operazione che si svolge con due operatori.
Prima di addentrarci nella descrizione dei Camera Ball, dobbiamo delucidare il visitatore di questo sito della sottile differenza che intercorre tra "payload" e il "lift-utile" di un Camera Ball, ma anche di un qualsiasi aerostato gonfiato con un gas più leggero dell'aria. Dunque, per payload si intende il valore espresso in chilogrammi necessario ad azzerare la spinta idrostatica di un aerostato (quindi ad azzerare il proprio peso); per lift-utile invece si intende il valore espresso in chilogrammi di spinta idrostatica utilizzabile dall'aerostato per restare in assetto positivo, cioè che "tira verso l'alto". Ne consegue che un Camera Ball è tanto più performante quanto è maggiore il suo lift-utile e minore il suo peso a vuoto. Per questo è importante che il peso di un Camera Ball sia il più basso possibile, e che il lift-utile sia il più possibile uguale alla spinta idrostatica del volume di gas elio che ne consegue. In ambienti esterni il lift-utile deve essere non oltre un terzo del payload per avere un'accettabile stabilità in volo (si dice in gergo che "il pallone tira a sufficienza"); mentre in ambienti interni, e quindi in assenza totale di vento, il lift-utile può essere quasi lo stesso valore del payload stesso, poiché all'aerostato basta una pochissima spinta idrostatica per salire verso l'alto (si parla di poche poche centinaia di grammi per intenderci).
I NOSTRI MODELLI STANDARD DI CAMERA BALL | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Modello | Immagine | Diametro | Volume | Payload pratico* | Materiale | |
EPU-200 | 200 cm | 4,20 mcb | 2,20 Kg | Poliuretano 0,1 mm | ||
EPU-250 | 250 cm | 8,20 mcb | 5,0 Kg | Poliuretano 0,1 mm | ||
EPU-300 | 300 cm | 14,20 mcb | 10,0 Kg | Poliuretano 0,1 mm | ||
EPU-350 | 350 cm | 22,50 mcb | 17,0 Kg | Poliuretano 0,1 mm | ||
ENYL200 | 200 cm | 4,20 mcb | 1,0 Kg | Nylon + Poliuretano 0,1 mm | ||
ENYL250 | 250 cm | 8,20 mcb | 3,0 Kg | Nylon + Poliuretano 0,1 mm | ||
ENYL300 | 300 cm | 14,20 mcb | 7,0 Kg | Nylon + Poliuretano 0,1 mm | ||
ENYL350 | 350 cm | 22,50 mcb | 13,0 Kg | Nylon + Poliuretano 0,1 mm | ||
* Per facilitare il calcolo della spinta idrostatica di un Camera Ball si è considerato che il gas elio abbia una capacità di sollevamento in Aria Tipo (I.S.A. - International Standard Atmosphere) pari ad 1 kg per metro cubo (approssimazione per eccesso). Ricordiamo i valori di Atmosfera Standard, o Aria Tipo (I.S.A.): Rilevata alla Latidudine 45°; Aria secca; PA (pressione atmosferica) = 1013,25 hPa; T (temperatura aria) = 15 °C slm; D (densità dell'aria) = 1,225 Kg/m3 slm; Dhe (densità dell'elio): 0,167 kg/m3 |
Come abbiamo già detto nella sezione dei Camera Blimp, il poliuretano in origine ha un colore avana e successivamente vengono aggiunti dei pigmenti di vari colori che fanno raggiungere al materiale quelle tonalità più richieste. Il poliuretano trova applicazioni in molti settori oltre a quello aerostatico, ma proprio quest'ultimo settore è particolare quando si tratta di film colorati. Avere un pallone colorato di una buona visibilità può essere vantaggioso, meglio ancora se si stampano dei loghi sulla superficie del pallone, (una buona visibilità da sempre buoni frutti). Bisogna tuttavia comprendere che una pellicola di poliuretano quando impiegata per la realizzazione di un aerostato, deve poter resistere agli agenti atmosferici, in primis deve resistere ai raggi ultravioletti U.V. Negli anni Marco Forcella ha notato come il poliuretano di colore bianco e di spessore di almeno 0,1 mm ha una resistenza maggiore ai raggi U.V. rispetto allo stesso materiale ma di un colore diverso. Il motivo ricade nel pigmento del colore utilizzato: infatti è stato verificato che proprio il pigmento bianco tra tutti quanti è quello che altera in minor modo la composizione molecolare del PU; contrariamente accade per tutti gli altri colori. Praticamente un film di poliuretano colorato nel tempo ha la tendenza a perdere la propria elasticità, alcuni esperti produttori di film di poliuretano citano dell'"effetto idrolisi" con comparsa di micro-crepe che si dilatano con il dilatarsi del poliuretano. Dunque il materiale per effetto dei raggi U.V. polimerizza cambiando intrinsecamente la propria struttura a livello molecolare. Quando un aerostato in poliuretano inizia a mostrare delle micro crepe comparse spontaneamente ("dal nulla"), siamo ormai ad un punto di non ritorno, poiché il materiale è compromesso e non conviene neanche tentare di ripararlo con gli appositi kit di riparazione (servirebbeno centinaia di piccole toppe adesive). Questo non significa che i palloni colorati non si possano utilizzare, ma certamente avranno una durata inferiore a quelli bianchi. Per questi motivi TecnoFly2008 Srl consiglia sempre e solo aerostati in poliuretano di colore bianco. I nostri Camera Ball sono realizzati in poliuretano di qualità, costruiti in maniera professionale, con studio al computer 3D e con saldature ad alta frequenza. Sono prodotti garantiti e scrupolosamente controllati prima di essere imballati e spediti. Un aerostato subisce due controlli principali: uno in fabbrica con il gonfiaggio ad aria e una tenuta di 24 ore gonfi; l'altro presso la nostra sede, con controllo della superficie, gonfiaggio ad aria e tenuta statica di 24 ore.
Quando si parla di pellicole di poliuretano, è più che mai doveroso soffermarsi
su un fattore importantissimo che è causa di danneggiamenti al materiale: il
fattore muffa. Per quanto il poliuretano sia un materiale plastico idrorepellente,
dobbiamo prestare molta attenzione a conservare il nostro dirigibile o aerostato
nel migliore dei modi, per impedire al massimo l'insidiosa formazione di
muffe che possono aggredire il poliuretano rendendolo in certi casi
(fortunatamente non frequenti) inutilizzabile e irreparabile. Le muffe sono un
tipo di funghi pluricellulari, scientificamente questi organismi pluricellulari
si chiamano Miceti. Una volta che il processo ha inizio, le muffe continuano a
proliferare a colonie aggredendo il poliuretano e letteralmente "mangiandosi"
prima lo strato superficiale del poliuretano, poi la parte più interna. Le muffe
si manifestano inizialmente con la comparsa di piccoli punti neri; in seguito
questi punti si ingrandiscono e si trasformano in vere e proprie macchie scure
di varie dimensioni. E' importante notare che quando si vedono i puntini neri, il
processo di proliferazione dei Miceti e dell'aggressione del poliuretano è già
iniziato, e molto probabilmente una parte del poliuretano è già stata compromessa.
Ovviamente il danno provocato dalle muffe è tanto più rapido quanto minore è lo
spessore del poliuretano. Richiediamo l'attenzione del lettore sull'importanza
dello spessore del poliuretano impiegato per l'aerostatica; come abbiamo detto
sopra (vedi paragrafo "Spessori del poliuretano"), si possono realizzare aerostati
con diversi spessori di poliuretano, si parte da 0,05 mm (50 micron) per arrivare
fino a 0,3 mm (300 micron). Quindi potete certamente capire come l'azione
delle muffe sia più rapida su un poliuretano di soli 50 micron rispetto a un
normale poliuretano da 100 o 150 micron. Da qui segue che un aerostato
concepito per delle prestazioni particolari e realizzato in poliuretano sottilissimo,
debba essere conservato con molta più attenzione rispetto ai modelli con spessori
di poliuretano superiori. Ci riferiamo soprattutto a quei dirigibili o palloni
realizzati con poliuretano da 50 micron e 70 micron, impiegati in località
di mare o in contesti dove è facile la formazione di condensa, brina o rugiada.
La formazione delle muffe è strettamente legata alle condizioni di temperatura e
umidità dell'ambiente in cui viene riposto il poliuretano. Le muffe si
manifestano in ambienti dove è presente il fenomeno della condensa ossia la
formazione di goccioline di acqua dovuta al vapore acqueo presente nell'aria.
TecnoFly2008 Srl raccomanda sempre ai propri clienti e lettori di ispezionare
scrupolosamente il poliuretano prima di riporlo nella sacca di protezione o
nella valigetta, dedicando il tempo necessario alle corrette ed indispensabili
azioni prima di ripiegare l'aerostato dopo l'utilizzo, e soprattutto
in vista di un periodo di non utilizzo, come ad esempio nella stagione fredda.
Anche se il luogo di stoccaggio del vostro blimp è un ambiente asciutto,
ventilato e idoneo a conservare materiali sensibili alle muffe, è molto
importante ripiegare il poliuretano solo se completamente asciutto, poiché nella
maggior parte dei casi è la condensa che resta sul poliuretano dopo averlo
ripiegato che innesca la proliferazione dei Miceti.
Portiamo un esempio che spesso si ripete per inesperienza nell'utilizzo di un
aerostato in poliuretano: immaginate di gonfiare il vostro blimp in una giornata
soleggiata, in una stagione calda e di operare con il blimp per qualche ora o
anche solamente per mezz'ora o meno. Se il blimp ancor prima di essere gonfiato
ad elio, contiene una piccola quantità d'aria, significa che quando
sarà gonfio al suo interno oltre al gas elio sarà presente una piccola quantità
d'aria che poco influenzerà il payload del blimp. Ma i raggi solari investono
l'intera supeficie del blimp riscaldandola e ciò dà origine alla formazione di
condensa con micro goccioline d'acaua all'interno del blimp. Ora, se una volta
sgonfiato il blimp non lo si lascia asciugare completamente lasciando le valvole
aperte e soffiando aria al suo interno con un soffiatore, il rischio della
formazione di muffe è quasi garantito. Per questo raccomandiamo sempre di
aspirare tutto il gas elio o aria dal blimp prima di ripiegarlo.
Un altro esempio potrebbe essere il seguente: immaginate di gonfiare il vostro
blimp a pomeriggio inoltrato, e di continuare la sospensione del blimp fino al
tramonto o anche in notturna; per effetto del raffreddamento dell'aria sulla
superficie esterna del poliuretano verrà a depositarsi il vapore acqueo sotto
forma di rugiada. A questo punto al termine delle operazioni bisognerà
sgonfiare il blimp, asciugarlo con un panno morbido e assorbente e riporlo nella
propria sacca o valigetta. Al mattino seguente è fondamentale riaprire la sacca,
estrarre il blimp e asciugarlo nuovamente poiché certamente sarà rimasto umido.
L'ideale è gonfiarlo nuovamente ad aria, in un ambiente chiuso e al riparo
dall'irraggiamento solare, lasciarlo gonfio per qualche ora, e "ventilarlo"
dall'interno per 15 - 20 minuti soffiando aria al suo interno mantenendo aperte
le altre valvole (i nostri blimp hanno una grande valvola dorsale per
ispezionare il poliuretano dall'interno una volta sgonfio e per ventilarlo
prima di riporlo a riposo).
Se non si effettuano queste procedure (e comprendiamo che risultano essere noiose)
al 99% compariranno dopo pochi giorni dei puntini neri, e se non si interverrà
in tempo i puntini neri altereranno l'elasticità del poliuretano facendo in
ultimo comparire dei cedimenti strutturali anche gravi (vedi immagine).
Abbiamo avuto un caso particolare in cui il poliuretano è stato talmente
danneggiato dalle muffe da non potersi neanche ipotizzare un'eventuale riparazione,
in pratica la presenza di moltissine crepe comparse lungo le piegature hanno
compromesso l'intera cellula aerostatica. In particolar modo, se l'aerostato è
fornito di valigetta di trasporto, come avviene con i dirigibili radiocomandati,
è ancora più importante che l'ispezione interna del poliuretano avvenga
frequentemente, poiché un ambiente chiuso quale quello di un valigetta potrebbe
accelerare la formazione di muffe.
TecnoFly2008 controlla scrupolosamente tutti gli aerostati prima della consegna
al cliente, ispezionando attentamente il poliuretano di cui sono realizzati.
TecnoFly2008 assicura che il poliuretano sia fornito in perfetto stato, senza
presenze di muffe, graffi, abrasioni o imperfezioni. Poiché gli aerostati
vengono collaudati ad aria con una tenuta di 24 ore, è possibile che in fase di
gonfiaggio si verifichino dei piccolissimi punti di riparazione o di rinforzo;
questo è del tutto normale in fase di collaudo, e comunque se dovessero
presentarsi delle piccole imperfezioni, esse vengono accuratamente riparate con
l'apposito adesivo "Tear-Aid-Patch" (kit riparazione in dotazione) prima della
consegna. Eventuali micro riparazioni del poliuretano rientrano nel prezzo
finale dell'aerostato e non sono oggetto di contestazione. TecnoFly2008
non è responsabile di eventuali reclami o contestazioni per poliuretani che
presentano dopo la consegna dell'aerostato, formazioni di muffe, o microcrepe
generate da muffe. La presenza di muffa sul poliuretano è dovuta al 100% ad un
utilizzo non appropriato dell'aerostato. Un aerostato in poliuretano è una
struttura aerostatica delicata che necessita di molta attenzione sia durante
l'utilizzo che durante lo stoccaggio. Riportiamo quindi di seguito la
corretta procedura di conservazione dei nostri aerostati in poliuretano:
Il mondo dell'aerostatica è in continua evoluzione, in tutto il mondo in questo momento appassionati e professionisti stanno provando e testando le loro attrezzature, scoprendo cose nuove, e facendo nuove esperienze che possono essere condivise con gli altri. Anche noi contribuiamo all'informazione disponibile con le nostre esperienze dirette e che i nostri clienti ci rivelano. Parliamo ora della deformazione alla quale il poliuretano è soggetto per effetto termico. Essendo un materiale plastico morbido e in forma di film sottile, se esposto ad una fonte di calore, il poliuretano tende a dilatarsi, deformandosi, in certi casi permanentemente. Un po' come avviene per il lattice di gomma naturale, ma in forma molto più lieve. Non stiamo parlando dell'irraggiamento solare normale al quale il blimp è sottoposto, ma di fonti di calore localizzate, con temperature di molte decine di gradi centigradi, che vengono ad interessare una parte del poliuretano. Facciamo alcuni esempi pratici. Può succedere che durante il trasporto in auto dell'aerostato sgonfio, una parte di esso esca dalla sacca di trasporto e venga ad essere esposta alla luce solare. Immaginate ora in quel punto preciso, all'interno di un'automobile, magari nel portabagagli, in piena estate con il sole che picchia, che temperatura potrà raggiungere la superficie interessata. Può accadere che in quel punto, il poliuretano si ammorbidisca molto, dilatandosi molto più del normale. Per quanto il poliuretano sia estremamente elastico, una "iper deformazione termica", come la chiamiamo noi, può portare a una deformazione permanente che si nota soprattutto quando la superficie dell'aerostato è un po' floscia. In pratica si crea una sorta di "bolla" con delle grinze. Nulla di preoccupante, poiché il poliuretano non si è forato, ma solo leggermente deformato. Certe volte nel tempo, queste "bolle" si riducono di dimensioni, a volte scompaiono del tutto, questo dipende dallo spessore del poliuretano e da quanto è stata esposta al calore la parte interessata. Un altro esempio pratico, che accade spesso ai neofiti del settore, è il seguente: il blimp, questa volta da gonfio, viene a contatto con una superficie metallica che si è arroventata al sole per ore. Immaginate di essere sul luogo di una ripresa fotografica, con il blimp a terra frenato in attesa di essere sollevato in cielo con la vostra gimbal; se a terra, per comodità (o negligenza!) avete "fermato" il vostro blimp appoggiandolo ad una portiera di un automezzo, per esempio la vostra automobile o il vostro furgone, la parte di poliuretano a contatto con la lamiera riscaldata può subire una iper deformazione termica da contatto; quindi.. mai avvicinare il vostro blimp o pallone ad una superficie metallica esposta al sole! Ancora un esempio di cosa può accadere in maniera subdola al vostro blimp durante la preparazione e il gonfiaggio: siete sul sito di ripresa, avete posizionato il vostro telo di protezione a terra, stendete a terra il vostro blimp sgonfio dopo aver disposto la bombola, o le bombole, di elio a uno o due metri. La temperatura dell'aria è calda, e il sole arroventa letteralmente la superficie delle bombole. Può succedere che per un ritardo imprevisto, non potendo subito gonfiare il blimp, lo stesso possa venire a contatto con la bombola calda, magari solo in piccolo punto, a causa di una folata di vento che ha spostato di un po' il blimp floscio a terra. Una bombola al sole raggiunge una temperatura superficiale molto alta, se con il palmo della mano la si tocca in quel momento, ci si accorge che scotta, e per maneggiarla bisogna usare dei guanti. Può accadere addirittura che distrattamente la chiave inglese che avete appena utilizzato per serrare il manometro alla bombola, sia "momentaneamente" lasciata a terra vicino al poliuretano, o addirittura sul poliuretano! La chiave inglese che si è arroventata al sole, a contatto con il poliuretano causerà uno stress eccessivo al materiale plastico, quindi fate molta attenzione a non far accadere queste circostanze insidiose. Come potete notare, le possibilità di incombere in una "bolla" da iper deformazione termica sono molte, tuttavia ora che conoscete le cause, stando un po' attenti a questi dettagli, potrete evitare questo fenomeno.
Anche per i Camera Ball la personalizzazione è un fattore molto importante, quello che è uno strumento di lavoro, può allo stesso tempo dimostrarsi un validissimo strumento pubblicitario, contemporaneamente al lavoro che si sta svolgendo. Se di per sé un pallone aerostatico non passa inosservato, allora diventa senza dubbio più conveniente sfruttare le superfici laterali del pallone come spazi pubblicitari. La personalizzazione di un Camera Ball può avvenire in due modi principali: con stampa digitale diretta sul poliuretano bianco (da plotter ink jet), oppure con il fissaggio di striscioni intercambiabili realizzati in tessuto di poliestere leggero e stampati in digitale. La stampa digitale è permanente e definitiva, cioè una volta stampate le superfici restano tali per sempre; gli striscioni invece possono essere sostituiti con altri striscioni di diversa grafica, alternando il brand pubblicitario. Tuttavia il metodo degli striscioni intercambiabili non sempre trova molta applicazione sui Camera Ball, poiché occorre considerare che gli striscioni hanno un loro peso, il quale va a ridurre notevolmente il lift-utile del pallone. Se si desidera utilizzare il metodo degli striscioni è consigliabile realizzarli con un tessuto molto leggero, ad esempio da 80/90 grammi al massimo al metro quadro, oppure scegliere di farli realizzare in nylon spinnaker da 40 grammi al metro quadro, soluzione ancora migliore ma più onerosa. Nel caso degli striscioni intercambiabili il fissaggio sul pallone avviene con degli elastici i quali vengono agganciati su dei punti di ancoraggio saldati sulla superficie del Camera Ball. In fase di costruzione è possibile scegliere la disposizione dei punti di ancoraggio sul pallone, in modo da poter scegliere la forma dello striscione. Nella norma uno striscione da applicare su una superficie sferica è preferibilmente di forma rettangolare e va applicato possibilmente nella fascia centrale del pallone. Una semplice regola permette di ottenere un risultato apprezzabile in quasi tutti i casi, e consiste nel calcolare sempre l'altezza della fascia uguale ad un terzo della semi-circonferenza della sfera, oppure un sesto della circonferenza, e quindi:
Altezza ottimale della fascia equatoriale = 1/3 (C/2) = (1/6) C
dove "C" è la circonferenza della sfera. Bisogna considerare una cosa importante
riguardante la stampa digitale su poliuretano: abbiamo detto che la stampa
avviene con tecnologia Ink Jet (digitale diretta), ma è importante notare che la
stampa è possibile e preferibile solo su un film di poliuretano bianco, e quindi
non colorato. Stampare in digitale su una superficie colorata non avrebbe senso
infatti, poiché i colori si sovrapporrebbero con un risultato finale certamente
da evitare. Gli striscioni intercambiabili permettono quindi di avere un Camera
Ball da personalizzare all'occorrenza. Vogliamo tuttavia sensibilizzare il
lettore che la tipologia del materiale con cui viene realizzato uno striscione
per un dirigibile deve essere scelta con attenzione, soprattutto bisogna
conoscere il peso specifico del materiale scelto e calcolare il peso totale
dello striscione prima di farlo realizzare, onde evitare di arrivare ad avere un
lift utile insufficiente al sollevamento del carico ipotizzato. TecnoFly2008 Srl
può realizzare per voi gli striscioni intercambiabili per i vostri Camera Ball,
utilizzando il miglior tessuto e calcolandone con esattezza il peso a priori.
Vogliamo soffermarci un attimo su un dettaglio importantissimo che riguarda gli
striscioni intercambiabili. Gli stricioni intercambiabili sono realizzati in
poliestere indemagliabile che, a differenza del poliuretano che è un laminato
liscio, è una specie di rete, e tende a trattenere l'acqua che si deposita su di
esso. Vi rimandiamo al riquadro "Come conservare un aerostato in poliuretano" e
in particolare agli ultimi due punti dove viene spiegato con precisione come
prevenire questi problemi.
PREGI | DIFETTI |
---|---|
- relativamente economico - leggero - grande capacità di carico - facile da usare - elevata elasticità - volumi ridotti di gas elio - facilità nel trasporto |
- il fascio funicolare e i cordini possono essere da intralcio a terra - stabilità al vento limitata - rotazione sull'asse verticale |
La scelta di un Camera Ball viene fatta strettamente in funzione del peso del carico che l'operatore vuole sollevare in aria. Per l'esattezza occorre citare anche la quota massima alla quale sollevare il carico, poiché anche il cavo o i cavi, hanno il loro peso e quindi non possono essere trascurati. Non da poco è il fattore peso/volume di un Camera Ball. La scelta di un Camera Ball è certamente influenzata anche dal prezzo. A seconda delle dimensioni del pallone e dell'eventuale personalizzazione il prezzo varia, alle volte anche di molto, per questo quando è arrivato il momento della scelta di un Camera Ball occorre considerare molti fattori, che elenchiamo nella tabella seguente:
Tuttavia, TecnoFly2008 Srl è a vostra completa disposizone per consigliarvi al meglio il giusto prodotto che più soddisferà le vostre esigenze. Non esitate a contattarci per una consulenza gratuita.
Come per i Camera Blimp doppio involucro, esistono i Camera Ball doppio involucro. Quando le dimensioni di un Camera Ball diventano importanti, non basta più realizzare il corpo del blimp in solo poliuretano, ma occorre rivestirlo con un tessuto di nylon, robusto, elastico e soprattutto leggero. Si tratta di irrobustire l'intera superficie del Camera Ball, aggiungendo un involucro sagomato su misura, tagliato in ferzi elaborati al computer con un programma 3D, che calza esattamente sulla sfera. La scelta del tessuto ovviamente ricade su un nylon o un poliestere il più leggero possibile e allo stesso tempo il più resistente possibile. I punti di ancoraggio sul Camera Ball sono quindi ricavati sul tessuto esterno, cuciti; questo significa che lo sforzo della spinta idrostatica viene scaricato sulle cuciture e non sui punti di aggancio saldati, come avviene per i normali Camera Ball mono involucro. Un Camera Ball doppio involucro è molto resistente, ma allo stesso tempo, pesante e più complesso da gestire e di conseguenza più costoso. La personalizzazione di un Camera Ball doppio involucro, come per i modelli mono-camera in poliuretano, può avvenire sia con stampa digitale sul tessuto esterno in nylon oppure anche in questo caso con l'applicazione di striscioni intercambiabili. Un Camera Ball doppio involucro è uno strumento duraturo negli anni e più resistente all'usura di un normale mono involucro, grazie al rivestimento esterno a protezione dell'involucro interno. L'involucro interno quindi ha il solo scopo di garantire la tenuta del gas elio. L'involucro interno non subisce sforzi particolari ed è legato all'involucro esterno tramite un cordino posizionato nel polo nord interno. L'involucro interno è ispezionabile tramite una chiusura lampo ricavata al polo sud dell'involucro esterno e può essere estratto e per un controllo di tenuta. L'involucro interno è così protetto anche dai raggi ultravioletti che si fermano alla superficie esterna del pallone; questo garantisce una maggiore durata dell'involucro in poliuretano. Un pallone doppio involucro è uno strumento di lavoro di una certa importanza, deve essere utilizzato con cura e bisogna fare molta attenzione a ripiegarlo sempre asciutto, poiché l'umidità è responsabile della formazione di muffe pericolose per il poliuretano. Ovviamente i palloni mono involucro hanno lo stesso problema, ma quelli doppio involucro hanno l'esterno in tessuto, quindi in caso di pioggia o brina, il tessuto esterno si impregna maggiormente di acqua, per questo occorre lasciarlo sempre asciugare bene prima di ripiegarlo e stoccarlo per lunghi periodi. E' consigliabile ispezionare i palloni doppio involucro con cadenza mensile, meglio essere certi che la muffa non faccia la sua comparsa, un pallone di un certo valore merita una manutenzione periodica di tutto rispetto. I palloni doppio involucro durante la fase di ripegatura possono nascondere tra i due involucri dei corpuscoli di sabbia, terra, sassolini o altri piccoli corpi abrasivi che potrebbero graffiare o addirittura forare l'involucro di poliuretano. Prestare molta attenzione durante la fase di sgonfiaggio e ripiegatura a terra preserva il vostro pallone da innumerevoli pericoli di rottura. Tutte queste informazioni comunque sono presenti nel manualetto d'uso e manutenzione che viene rilasciato con l'acquisto di un pallone doppio involucro. Attenervi alle nostre indicazioni tecniche vi aiuterà a far durare a lungo e mantenere in ottimo stato il vostro pallone. TecnoFly2008 Srl fornisce palloni Camera Ball in assetto doppio involucro di dimensioni a partire da 200 cm in poi, è possibile raggiungere diametri anche di 7/8 metri, in base alle necessità richieste dal cliente. Se state cercando una soluzione aerostatica di grandi dimensioni, richiedete una consulenza gratuita chiamando allo 0039 347-5900124, oppure inviate una e-mail a info@tecnofly2008.com, saremo lieti di guidarvi verso la soluzione ottimale per la realizzazione del vostro progetto. Qui al lato potete vedere alcuni esempi di palloni doppio involucro.